ACTA UNIVERSITATIS LODZIENSIS
Folia Litteraria Romanica 18, 2023
https://doi.org/10.18778/1505-9065.18.17

Sylwia Kucharuk* Orcid

Università Maria Curie-Skłodowska, Lublin

Katarzyna Kowalik, La realtà dell’Italia post-unitaria nelle opere di Alfredo Oriani. L’analisi storicoletteraria del caso della ricezione di un autore preteso dal regime politico, Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, Łódź, 2022


In che cosa consiste il fenomeno di Alfredo Oriani, scrittore novecentesco, giornalista, storico e attivista politico? La ricezione della sua opera variò nel tempo e suscitò molte controversie diventando così un ambito molto interessante da analizzare. Etichettato dopo la sua morte come precursore del fascismo e venerato da Benito Mussolini, lo scrittore faentino cadde nell’oblio dopo la caduta del regime. Nei recenti studi riguardanti l’opera e il pensiero di Oriani, viene alla luce, come quella etichetta gli fosse stata affibbiata in modo ingiusto e poco fondato. Si parla della riabilitazione di un autore considerato prefascista dal regime politico. La monografia di Katarzyna Kowalik si inscrive in questa corrente, ma propone anche altri percorsi di ricerche molto interessanti e originali. L’Autrice si prefigge come principale obiettivo di “colmare, almeno parzialmente, una certa lacuna critico-storiografica relativa a Oriani, mettendo in rilievo allo stesso tempo la ricchezza e la varietà della letteratura italiana del periodo post- risorgimentale” (7). Una sfida che affronta in maniera brillante.

La monografia è composta da tre parti. Nella prima, l’Autrice introduce le informazioni generali sullo scrittore e sulla sua opera, quasi sconosciuta dal lettore contemporaneo. Le parti seguenti riguardano la realtà dell’Italia post-unitaria, presentata nelle opere dello scrittore, e comprendono l’analisi storicoletteraria del caso della ricezione di un autore fatto proprio dal regime politico. Alla fine del libro si trova anche una preziosa appendice con la lista dell’opera completa di Oriani, delle sue edizioni e una ricchissima bibliografia.

Nel primo capitolo l’Autrice presenta le più significative opere storicoletterarie, storiche e politologiche riguardanti l’attività letteraria, giornalistica e politica di Oriani. Da tutto ciò emerge che l’opera e la memoria dello scrittore, durante la sua vita e dopo la sua morte, godettero di un interesse notevole. Oriani fu notato da autorità come Benedetto Croce, Antonio Gramsci e Giovanni Spadolini, ma fu soprattutto apprezzato dagli intellettuali locali, per cui la sua opera costituiva un interessante punto di riferimento per l’analisi storica della realtà faentina. Come sottolinea l’Autrice, l’attenzione dei ricercatori nei confronti dell’opera dello scrittore variò nel tempo. Dopo un incremento significante nel ventennio fascista, diminuì drasticamente dopo la caduta del regime. Negli scarsi contributi dedicati a Oriani dopo questo periodo, prevalse soprattutto l’analisi dei suoi rapporti con il fascismo. Questa tendenza è cambiata nel tempo grazie all’impegno della Fondazione Casa di Oriani e, legata ad essa, la Biblioteca di Storia Contemporanea “Afredo Oriani” di Ravenna; le quali si pongono l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo della ricerca sul patrimonio dell’autore. Numerose iniziative intraprese da questi enti, elencate dall’Autrice, portano a sfatare il mito fascista dell’autore faentino e, in un certo senso, contribuiscono alla sua riabilitazione. Il lavoro dell’Autrice, iscrivendosi in questa corrente, costituisce un contributo significativo allo sviluppo della ricerca sull’opera dello scrittore. Inoltre, esso rimane un punto di partenza per le ricerche legate alla cultura, società, politica ed economia nel contesto della storia contemporanea della Romagna. Secondo l’Autrice, è poco probabile che Oriani cada di nuovo in oblio, visto l’interesse crescente da parte degli studiosi per il suo patrimonio culturale e intellettuale.

La biografia dell’autore chiude il primo capitolo e costituisce una preziosa fonte di informazioni che completano l’immagine dello scrittore e della sua opera. La solitudine di Oriani e il suo ritiro dalla vita della comunità locale vengono presentati dall’Autrice in conseguenza dei difficili rapporti familiari e come consapevole scelta dello scrittore. La ricostruzione della biografia di Oriani costituisce anche un’interessante premessa alle riflessioni, presentate nella parte successiva della monografia, sui possibili motivi per i quali il regime fascista si appropriò della sua opera.

Occorre sottolineare che l’analisi della ricezione dell’opera di Oriani, che evolveva nel corso del tempo, non è stata un compito facile, poiché necessitava un approccio critico specifico. Prendendo in considerazione il livello d’impegno personale degli autori dei testi analizzati, l’Autrice ha saputo prendere le distanze e ha presentato un’analisi autoriale obiettiva e libera da pregiudizi. Inoltre, ha inserito note a piè di pagina, che comprendono le informazioni sulla biografia degli autori dei testi dedicati a Oriani. Queste annotazioni, molto preziose per i lettori, permettono loro di formarsi un’opinione maggiormente imparziale sulle considerazioni presentate.

All’inizio del capitolo successivo, intitolato La realtà dell’Italia post-unitaria nelle opere di Alfredo Oriani, viene presentato il corpus, oggetto della ricerca, composto da cinque romanzi di Oriani: No (1881), Gelosia (1984), La disfatta (1896), Vortice (1899) e Olocausto (1902). Tali romanzi sono di carattere realistico, tutti ambientati nel periodo contemporaneo all’autore. Visto che l’accesso a questi componimenti è limitato, l’Autrice ne fornisce i riassunti dettagliati. Questo approccio permette al lettore non solo di prendere conoscenza di queste opere di scarsa popolarità, ma anche di apprezzare più ampiamente l’analisi che segue nella parte successiva del lavoro, cioè l’analisi dell’opera dello scrittore in una prospettiva di rappresentazione della realtà dell’Italia post-unitaria. L’Autrice ce ne offre un’immagine completa prendendo in considerazione differenti aspetti: i rapporti sociali, la crisi spirituale dell’epoca, le relazioni familiari, la condizione femminile e la vita politica dell’Italia unita. Questa parte del lavoro costituisce un interessante studio sulla realtà post-unitaria, arricchito anche di informazioni meno note: ulteriore prova del profondo studio svolto dall’Autrice. Dalla tale analisi emerge che Oriani presenta nella sua opera un’immagine estremamente pessimistica dell’Italia; immagine piuttosto soggettiva, soprattutto se letta in chiave biografica. Si focalizza soprattutto sulle difficoltà legate al problema delle divisioni sociali; gli enormi contrasti politici, sociali e culturali tra il Nord e il Sud: la contestazione della nuova classe politica, l’analfabetismo, le difficoltà economiche e la corruzione. L’Autrice giunge alla conclusione che lo scrittore, negando molti successi indiscussi dell’unificazione del paese, “accenna alla necessità di un’amara resa dei conti con il patrimonio dell’unità” (110). Messi in questo contesto sfavorevole, i suoi personaggi, come l’autore stesso, soffrono di solitudine e non riescono a trovare il proprio posto nella società. Non trovano comprensione da parte della famiglia né aiuto nella fede in Dio. Come afferma la Ricercatrice, essi sono vittime dell’avvento della modernità, che ha distrutto il sistema dei valori e in conseguenza i rapporti umani tradizionali, non proponendo niente in cambio.

Il capitolo successivo è dedicato all’analisi della ricezione storica e letteraria dell’opera di Oriani come precursore del fascismo. In esso emerge chiaramente il ruolo chiave di Benito Mussolini che, dopo aver letto Lotta politica in Italia di Oriani, lo circondò di un culto e utilizzò la sua opera per diffondere l’ideologia fascista. Organizzò eventi in onore dello scrittore, pubblicò e promosse le sue opere, introducendole nel canone della letteratura italiana e nelle letture scolastiche. Queste iniziative contribuirono ad accrescere la popolarità dell’opera di Oriani, che dopo la caduta del fascismo, tuttavia, non godette più di tanta fama e riconoscimento.

In seguito, l’Autrice presenta i rapporti tra gli intellettuali italiani e il fascismo: analisi che sfocia in un’interessante riflessione su cosa si debba intendere con il termine ‘cultura fascista’. Sia l’una che l’altra questione appaiono piuttosto complesse, dal momento che, come mostra la Ricercatrice, le ragioni che spingevano gli esponenti della cultura ad aderire al partito fascista erano molto diverse, spesso molto banali e non sempre dovute ad una sincera adesione all’ideologia. Di conseguenza, sotto l’etichetta di ‘letteratura fascista’ rientrano opere di natura molto diversa, talvolta prive di qualsiasi sfumatura ideologica. In questa sezione, ancora una volta l’Autrice dimostra una notevole conoscenza della letteratura italiana del periodo. Ciò costituisce un valido punto di partenza per ulteriori riflessioni sul posizionamento dell’opera di Oriani nella cultura fascista. Prima, però, la Studiosa affronta ancora i fenomeni del precursorismo e del prefascismo, facendo riferimento alla monografia di Rodolfo Sideri intitolata: Fascisti prima di Mussolini. Il fascismo tra storia e rivoluzione; e giunge alla conclusione che il fascismo non è stato pienamente definito, il che ha portato a diverse interpretazioni del rapporto tra questa ideologia e la letteratura. l’Autrice illustra così la facilità con cui il fascismo si appropriò dell’opera di personalità culturali di spicco e dimostra che il caso di Oriani non fu isolato. Era, tuttavia, un caso particolare a causa del coinvolgimento diretto di Benito Mussolini nella creazione del culto dello scrittore. La Ricercatrice riflette sul perché sono state proprio le opere di questo autore di nicchia a suscitare tanto interesse da parte del dittatore italiano. Non avendo fonti autorevoli di conoscenza sull’argomento, le sue considerazioni rimangono nel campo delle congetture, ma sono comunque altrettanto preziose. Tra le possibili ragioni della fascinazione di Mussolini per l’opera di Oriani, l’Autrice elenca le caratteristiche della sua opera, quali: un’immagine pessimistica dell’Italia dopo l’unificazione del Paese; una crisi di valori che diventa negazione dell’idea di unificazione; le speranze perdute e la sensibilità dello scrittore alle agitazioni sociali. A tutto questo si aggiunge il fatto che era molto più facile appropriarsi dell’opera di uno scrittore già deceduto, poco conosciuto e che non suscitava grande interesse da parte della critica letteraria, dando così alle sue opere un’interpretazione che legittimasse l’azione politica e diventasse uno strumento di propaganda.

Nella conclusione finale, Katarzyna Kowalik afferma che è difficile trovare nell’opera di Oriani argomenti per confermare che le opinioni dello scrittore faentino fossero coerenti con l’ideologia fascista. Al contrario, nei romanzi analizzati egli fa molto raramente riferimento a questioni politiche. Certo, la rappresentazione delle debolezze del nuovo Stato nell’ambito della vita sociale potrebbe essere vista come una critica dell’élite al potere dell’epoca, ma non si tratta di accuse direttamente rivolte a individui concreti. Ciò consente di affermare che non esistevano motivi ideologici per cui l’opera letteraria di Oriani venisse fatta propria dal regime e utilizzata a fini propagandistici. Tutto fa pensare che questo fu dovuto a diversi fattori, come: la scarsa popolarità dell’autore e l’immagine da lui creata di uno scrittore vittima, un genio che non trovava comprensione tra i lettori e il mondo culturale. Fu solo Mussolini che, imponendo un’interpretazione filofascista alle sue opere, come l’Autrice lui le intendeva, gli restituì la dignità circondandolo di meritati riconoscimenti. Mentre la popolarità di Oriani durante il ventennio era al massimo, etichettato come fascista, cadde in seguito nell’oblio per moltissimi anni. Entrambi gli approcci furono ingiusti nei suoi confronti. Sia le ragioni del suo spettacolare successo che quelle della sua successiva repulsione, non hanno nulla a che vedere con il reale valore delle sue opere. La Ricercatrice non ha dubbi sul fatto che l’opera di Oriani non sia alla pari dei classici della letteratura italiana ma considera il suo lavoro prezioso, se non altro per arricchire l’analisi dell’evoluzione del romanzo italiano a cavallo tra il XIX e il XX secolo, o per mostrare la realtà della vita in Italia dopo l’unificazione del Paese da una prospettiva diversa. È difficile non concordare con le sue conclusioni. Questa monografia dimostra che vale la pena occuparsi di scrittori di nicchia, perché arricchiscono in maniera decisiva il panorama letterario e culturale. Poiché il caso di Oriani non è isolato, questo lavoro è un contributo importante per ulteriori ricerche sull’opera di scrittori italiani, dimenticati o erroneamente etichettati, la cui opera merita di essere riscoperta.



*Sylwia Kucharuk, sylwia.kucharuk@mail.umcs.pl


Bibliografia

KOWALIK, Katarzyna (2022), La realtà dell’Italia post-unitaria nelle opere di Alfredo Oriani. L’analisi storicoletteraria del caso della ricezione di un autore preteso dal regime politico, Łódź, Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego


COPE

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Received: 10.10.2022. Accepted: 22.04.2023.